La Supply Chain nel settore ceramico presenta caratteristiche uniche, che la distinguono da altri comparti manifatturieri. Storicamente, nella maggior parte dei processi produttivi ceramici, la pianificazione ha seguito un approccio make to stock: un modello “indotto” dai lotti minimi elevati piuttosto che da reali politiche di stoccaggio.
Questa scelta riduceva i costi di setup, ma generava al tempo stesso scorte e coperture di magazzino troppo alte, con conseguente rigidità operativa.
Le criticità della pianificazione tradizionale nella ceramica
Il settore ceramico ha sempre fatto ricorso a produzioni in grandi lotti per ottimizzare l’uscita dei semilavorati dai forni. Se da un lato ciò consentiva efficienza, dall’altro portava a:
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magazzini sovradimensionati e costi elevati;
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difficoltà nel rispondere velocemente alle richieste del mercato;
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tempi di consegna lunghi e poco flessibili.
Oggi, con l’aumento della varietà di formati, finiture e richieste personalizzate, questo modello non è più sufficiente. Le aziende necessitano di nuove strategie di Supply Chain per la ceramica, in grado di bilanciare efficienza produttiva e reattività alla domanda.
L’evoluzione digitale della Supply Chain ceramica
Un grande contributo è arrivato dall’introduzione di software per la pianificazione e la schedulazione della produzione nel settore ceramico, strumenti capaci di integrare pianificazione (MPS), schedulazione a capacità finita (APS) e controllo della produzione (MES).
Queste soluzioni, sviluppate con logiche Industria 4.0, hanno portato vantaggi concreti:
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riduzione delle scorte di prodotto finito, mantenendo al tempo stesso lotti minimi efficienti sul semilavorato;
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gestione magazzino ottimizzata, con stock dinamici e scorte di sicurezza calcolate sulla domanda reale;
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schedulazione multi-vincolo, che riduce i setup e migliora la produttività degli impianti;
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monitoraggio in tempo reale della produzione e simulazioni what-if per valutare scenari alternativi.
Grandi formati e lastre: una nuova sfida per la pianificazione
La rapida diffusione di grandi formati e lastre ceramiche ha rivoluzionato la supply chain del comparto. Queste superfici hanno introdotto il concetto di semilavorato finito: grandi lastre stoccate a magazzino e successivamente lavorate in piccoli lotti o singoli pezzi in base alle richieste del cliente.
Questo approccio ha permesso di adottare un modello ibrido:
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make-to-stock a livello di lastra grezza;
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make-to-order a livello di prodotto finito.
I vantaggi sono notevoli: meno stock, riduzione dei tempi di consegna, maggiore flessibilità nella gestione della domanda.
Risultati ottenuti con soluzioni avanzate
Le aziende ceramiche che hanno adottato sistemi avanzati di pianificazione hanno visto miglioramenti significativi nella supply chain del settore ceramico:
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riduzione dei costi di magazzino e degli immobilizzi di capitale;
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ottimizzazione dei processi ceramici e maggiore produttività degli impianti;
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miglior gestione dei tempi di setup e dei costosi supporti di movimentazione;
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allineamento automatico con i sistemi di fabbrica e maggiore velocità decisionale.
Verso una Supply Chain più agile e sostenibile
Sebbene il comparto ceramico abbia introdotto questi strumenti con un certo ritardo rispetto ad altri settori, oggi la digitalizzazione della supply chain ceramica è un elemento chiave per la competitività.
Soluzioni come Compass360 supportano i produttori nel gestire in modo integrato pianificazione, schedulazione e approvvigionamenti. L’obiettivo è rendere la supply chain più efficiente, sostenibile e capace di rispondere con rapidità alle nuove sfide di mercato: grandi formati, riduzione degli stock e livelli di servizio sempre più elevati.