Anche quest’anno Plannet è stata coinvolta nello speciale “Inchiesta sullo stato della logistica italiana“, pubblicato sulla rivista Logistica Management.
L’inchiesta aveva l’obiettivo di dare spazio e voce a tutti gli operatori del settore della logistica e più in generale della Supply Chain, per condividere lo stato dell’arte e le soluzioni a disposizione delle aziende, a seguito dei nuovi scenari di mercato causati dalle contingenze del post-pandemia e dalle tensioni europee.
Qui di seguito le domande poste e le nostre risposte.
1. Scenario
Carenza di materie prime, aumento dei costi, interruzioni delle supply chain globali, insomma tutto quanto accaduto in Italia e nel mondo fra il post Covid e l’invasione Russa dell’Ucraina… Tante le criticità che avete dovuto affrontare nel 2022. Come è stato possibile? È questo comunque il compito normale della logistica, con le armi organizzative e tecnologiche sempre utilizzate per gestire l’imprevisto, oppure è stato un anno straordinario che ha richiesto azioni straordinarie?
E per il 2023, che cosa prevedete e per che cosa vi state attrezzando?
Nel corso dell’ultimo decennio, le aziende sono state chiamate a “globalizzare” le proprie operations e sviluppare strategie volte alla riduzione dei costi e all’incremento dei propri margini di profitto. Oggi tuttavia, le sfide lanciate dal covid-19 prima e dalla crisi economia poi (che hanno segnato l’ultimo triennio) hanno disegnato nuovi percorsi, imponendo alle aziende di riadattare e ripensare al proprio approccio al mercato e alla gestione della supply chain, per meglio affrontare l’aumento dei costi e la carenza di materie prime.
Inoltre, gli obiettivi climatici dell’Agenda 2030 concordati dall’ Unione Europea richiedono una presa di coscienza sulla responsabilità sia dei singoli, sia delle organizzazioni per la salvaguardia ambientale.
Tuttavia, sia che si tratti di una carenza di manodopera, delle conseguenze dei lockdown post Covid, sia della crisi in corso in Ucraina, stiamo vivendo in un mondo sempre più volatile dove gli eventi catastrofici rari, o eventi chiamati “cigno nero”, sembrano essere diventati la normalità. Se da un lato questi eventi presentano elementi specifici diversi, le conseguenze sono sostanzialmente le stesse, il che induce a chiedersi: lo scenario “business as usual” esiste ancora come concetto utile quando si pensa alle supply chain o dovremmo accettare che il mondo stia diventando sempre più rischioso e quindi pianificare le supply chain di conseguenza ?
Anziché considerare questi eventi o circostanze come “rari”, le aziende devono adattare i loro modelli di business per garantire resilienza lungo tutta la supply chain. Oltre ad un vero e proprio cambio di mentalità, è necessario investire in infrastrutture per tenere il passo con la crescita e un’economia in ripresa
Se fino a pochi anni fa gli obiettivi delle aziende, indipendentemente dal settore e dalla dimensione, erano di tipo economico, negli ultimi anni stiamo assistendo ad un vero e proprio cambio di paradigma da cui nessuno si può più tirare indietro. Infatti, per quanto la profittabilità rimanga importante, le organizzazioni a livello globale si stanno rendendo conto di dover diventare socialmente responsabili, sia come conseguenza di un ambiente normativo sempre più stringente, sia in risposta alle esigenze in evoluzione dei consumatori. Le aziende devono quindi ridefinire le proprie strategie di gestione della supply chain per rispettare questo duplice obiettivo.
Per tutte queste ragioni, definire la propria strategy per la gestione della supply chain è un obiettivo che non può più essere disatteso. Come farlo?
In qualità di fornitori di tecnologie abilitanti nel settore Supply Chain stiamo potenziando i nostri software di Supply Chain Planning & Execution, introducendo soluzioni quali il Plan Cost Optimiser, per rispondere meglio alle “perturbazioni indotte da variabili esterne”. Crediamo fortemente che la capacità di simulazione e pianificazione di scenari alternativi, sia un aspetto fondamentale in questo senso.
Flavia Damiani, Marketing Manager Plannet – Warrant Hub
2. Sostenibilità e decarbonizzazione
La sostenibilità ambientale è un tema sempre più urgente, ma può essere anche un argomento divisivo. Lo vediamo ad esempio parlando di motori, fra i promotori di soluzioni innovative, come elettrico o idrogeno, e i difensori del motore termico, ancorché alimentato con carburanti non fossili, come unica base su cui costruire una transizione ecologica graduale. Quello che vi chiediamo allora è quale sia il vostro approccio al tema della sostenibilità ambientale. Perseguite obiettivi di sostenibilità “a tutti i costi”, traguardando un lungo termine, oppure pensate che sia più opportuno adottare un approccio a tappe, che prenda in considerazione le esigenze dell’oggi, oltre che quelle del domani? In ogni caso quali sono i progetti e le iniziative concrete che avete messo in campo? Qual è, in generale, la vostra idea di sostenibilità?
La sostenibilità ambientale e l’approvvigionamento etico sono ormai imperativi per le aziende, grazie agli obiettivi dell’EU e alla pressione da parte dei governi e per questo motivo abbiamo investito in sviluppo di software e in nuove partnership, e stiamo già proponendo sul mercato soluzioni software e consulenza specialistica che vanno proprio in questa direzione e che legano il monitoraggio dell’avanzamento produzione al tema dell’efficienza energetica per ottimizzare i costi e la gestione degli impianti. Le funzionalità legate all’Energy Management sono sempre più importanti per noi e nei prossimi anni sicuramente daremo ampio spazio a questo tema sempre più al centro delle nostre strategie di business.
Matteo Torelli, PM & Pre-Sales Manager Plannet – Warrant Hub
5. Nuove tecnologie
Lo sviluppo tecnologico, ulteriormente spinto dalla pandemia, porta ad aprire sempre nuovi scenari. Lato software con soluzioni di visibilità, tracciabilità e controllo (digital twin, stampa 3D, realtà aumentata…), supportate anche da nuovi scenari di comunicazione come quello offerto dal 5G; lato hardware con sistemi di automazione capaci di rendere più fluidi e ed efficienti i processi produttivi oppure logistici; in generale con tutto quanto va nel solco dell’Industria 4.0. Dal vostro punto di vista, quali sono le tecnologie che con maggior soddisfazione avete proposto come fornitori o avete implementato nei vostri processi come utenti?
La digitalizzazione è ormai un passo necessario in un contesto così competitivo, come quello manifatturiero, che si trova ad affrontare sfide sempre più difficili. Le aziende devono infatti essere in grado di garantire sia gli standard qualitativi del prodotto che il rispetto di normative sempre più stringenti, come quelle relative al tracciamento delle materie prime.
A questo scenario già di per sé complesso, si aggiunge la necessità di una produzione che sia sempre più veloce e flessibile. Le regole che muovono la mass customization, così come le fluttuazioni della domanda, hanno un impatto sulla produzione. Vi sono poi periodi storici, come quello attuale, in cui altri fattori intervengono per rendere questo scenario ancora più complesso. In un contesto del genere, dopo una revisione dei propri processi con il fine di ottimizzarli, è necessario integrare strumenti per riuscire a rimanere competitivi e a guadagnare quote di mercato. È qui che entrano in gioco le tecnologie di Industry 4.0, che permettono di aumentare la sostenibilità della produzione stessa e guidano l’adozione di processi davvero agili.
Ad esempio, crediamo che dotarsi di un sistema MES-MOM (Manufacturing Execution System o Manufacturing Operation Management) avanzato, sia al giorno d’oggi necessario per gestire e controllare l’intero processo produttivo, grazie all’utilizzo di una enorme mole di dati.
Un sistema MES-MOM porta innegabili vantaggi ad un’azienda perché non solo supporta la raccolta di informazioni in produzione (es. registrazioni manuali ed acquisizione segnali da qualsiasi tipologia di impianto), ma garantisce anche il controllo completo e in real-time della fabbrica attraverso il monitoraggio dei principali indicatori di performance (KPI). Il software MES permette quindi di arrivare ad una produzione il più ottimizzata possibile raccogliendo ed elaborando in tempo reale dati qualitativi e quantitativi, fondamentali per prendere decisioni strategiche tempestive e vincenti.
Matteo Torelli, PM & Pre-Sales Manager Plannet – Warrant Hub
7. Il fattore uomo: operaio o manager?
Qual è l’effetto dello sviluppo tecnologico sul fattore umano? È un contributo abilitante, cioè che consente di migliorare le competenze della persona, portandola a svolgere compiti esecutivi con un approccio sempre più manageriale? Oppure al contrario ne svilisce le funzioni? Considerando le attuali difficoltà nella ricerca di personale, su quali profili puntate maggiormente: pedine o strateghi?
Lo sviluppo tecnologico ha un effetto significativo sul fattore umano e può influire sia positivamente che negativamente sulle competenze e le funzioni delle persone. Da un lato, la tecnologia può essere un contributo abilitante, consentendo alle persone di migliorare le loro competenze e di svolgere compiti esecutivi con un approccio sempre più manageriale. Ad esempio, le tecnologie digitali possono aiutare ad automatizzare alcuni compiti ripetitivi, liberando il tempo degli operatori per concentrarsi su compiti più complessi e strategici. Inoltre, la tecnologia può fornire informazioni e dati in tempo reale, consentendo alle persone di prendere decisioni più informate e di lavorare in modo più efficiente. D’altro canto, lo sviluppo tecnologico può anche avere effetti negativi sulle funzioni umane, causando la sostituzione di alcuni lavori con macchine o la riduzione delle competenze richieste per alcuni compiti. Ciò può portare alla disoccupazione o alla necessità di riqualificazione professionale.
Per quanto riguarda la ricerca di personale, le aziende possono puntare sia su profili “pedine” che su profili “strategici”. I profili “pedine” sono spesso necessari per eseguire compiti operativi e ripetitivi, mentre i profili “strategici” sono importanti per la pianificazione e la gestione delle attività aziendali. Nel futuro, con lo sviluppo tecnologico, le aziende potrebbero puntare sempre di più su profili “strategici” per gestire l’automazione e l’uso delle tecnologie digitali.
Flavia Damiani, Marketing Manager Plannet – Warrant Hub
8. La classica e immancabile domanda di bilancio.
Quale commento potete dare all’anno appena trascorso, per quanto riguarda la vostra azienda o la realtà di cui fate parte? Quale augurio e aspettativa particolare potete esprimere per l’anno che sta per cominciare?
Per Plannet il 2022 è stato un anno di grande cambiamento e di crescita aziendale: di fatto l’ingresso nel gruppo Tinexta, attraverso la sua controllata Warrant Hub, leader nella consulenza alle imprese per operazioni di finanza agevolata e a sostegno di progetti di innovazione e sviluppo, ci consentirà di rafforzare la strategia di sviluppo della piattaforma software COMPASS – per l’ottimizzazione dei processi di pianificazione e controllo della supply – ma anche di garantire ai clienti vantaggi ancora più significativi, grazie a una offerta di supporto alla digitalizzazione completa, strutturata e sempre in evoluzione.
Come dichiarato da Fiorenzo Bellelli, Amministratore Delegato di Warrant Hub, in occasione dell’annuncio dell’operazione, “l’Industria 4.0 è oggi una realtà consolidata e una necessità acclarata per la crescita del mondo manifatturiero. Le competenze digitali e le soluzioni mirate e concrete di Plannet, a complemento delle tradizionali aree di consulenza di Warrant Hub nella fase di progettazione e finanziamento degli investimenti, rappresentano per il Gruppo un importante fattore competitivo nel Digital Manufacturing.”
Flavia Damiani, Marketing Manager Plannet – Warrant Hub