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KPI: cosa sono e come utilizzarli per un corretto monitoraggio delle performance aziendali

In un’epoca caratterizzata dalle aspettative sempre più alte e mutevoli del cliente finale e dalle innovazioni tecnologiche dell’Industria 4.0, la sostenibilità dei processi produttivi aziendali assume un ruolo centrale. Monitorare attraverso i KPI l’andamento delle performance e dei consumi degli stabilimenti, lavorando sull’efficienza energetica, è diventato infatti un tema strategico che può rappresentare un beneficio importante, in termini di riduzione dei costi e di ottimizzazione della filiera.

Ma cosa si intende per KPI? Il termine è l’acronimo di Key Performance Indicators e indica un’insieme di metriche utilizzate per valutare e analizzare l’efficacia delle attività aziendali e per garantire che gli obiettivi stabiliti in fase di programmazione siano raggiunti nel modo più efficiente possibile. Questi parametri forniscono insight qualitativi e quantitativi in diversi settori, dalla vendita al marketing, dalle risorse umane alla produzione, permettendo così di rilevare e valutare possibili problematiche e i progressi. Possono dunque essere impiegati anche nella gestione energetica come strumenti fondamentali per il monitoraggio, la valutazione e l’ottimizzazione dei consumi all’interno dei processi produttivi. Vediamo in che modo.

Quali sono i KPI più importanti

Non è sempre facile capire quali sono i KPI più importanti per la propria attività: la tendenza è anzi spesso quella di utilizzare misuratori ritenuti genericamente validi che però si dimostrano solo parzialmente utilizzabili per le proprie strategie. Esistono 4 principali tipologie di KPI:

  1. Quantitativi: riguardano, cioè, dati oggettivi, misurabili e confrontabili nel tempo, come i volumi delle vendite o il numero dei clienti;
  2. Qualitativi: riferibili a valori non oggettivi ma percettivi, come la soddisfazione del cliente o la brand authority;
  3. Operativi: utilizzati per misurare l’efficienza delle attività svolte;
  4. Strategici: impiegati nello screening a medio e lungo termine per valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

La scelta deve essere guidata, quindi, dalle esigenze dell’azienda, dal settore di appartenenza e dalla specifica area della filiera, in modo da ottenere misurazioni accurate e utili per guidare le decisioni e generare benefici concreti.

Come si misurano le performance in KPI

Per monitorare i KPI energetici di uno stabilimento è necessario dunque individuare parametri adeguati e definire con esattezza quali sono gli obiettivi che l’azienda vuole raggiungere. Si può infatti scegliere di misurare i consumi energetici nel loro insieme, concentrare l’attenzione su singoli processi produttivi, determinati macchinari, fasi di un processo e perfino di prodotti singoli. Ma cosa rende efficace un KPI? In linea generale possiamo affermare che i misuratori rilevanti e utili per guidare decisioni e strategie, devono essere:

  • Pertinenti con le performance dell’attività o del segmento di filiera che si intendono misurare;
  • Misurabili con metriche affidabili e costanti nel tempo;
  • Interpretabili, così da fornire ai responsabili parametri utili per prendere le giuste decisioni;
  • Allineati agli obiettivi aziendali, in modo da garantire coerenza tra i risultati ottenuti e gli obiettivi a lungo termine.

La scelta dei KPI energetici più adatti dipende dalle specifiche esigenze e dal settore di appartenenza. Facciamo alcuni esempi:

✅ Identificare le aree di inefficienza energetica nelle quali l’impresa sta consumando più energia del necessario. Questo permette di concentrare l’azione su focus specifici.

✅ Definire obiettivi di miglioramento realistici. Ad esempio, l’azienda potrebbe programmare una riduzione del 5% del consumo energetico per unità di produzione entro 12 mesi.

✅ Monitorare i progressi in corso d’opera, per verificare se la direzione è quella giusta o se è necessario intervenire tempestivamente per raggiungere l’obiettivo.

✅ Identificare opportunità di risparmio e definire le azioni necessarie per sfruttarle.

✅ Valutare l’efficacia delle azioni intraprese. Ad esempio, se l’azienda ha installato un nuovo impianto di illuminazione LED, può monitorare il consumo energetico per metro quadro per verificare se l’azione ha avuto efficacia.

In particolare, quando ci riferiamo ai KPI energetici, parliamo di quegli indicatori, rilevabili attraverso software e tecnologie specifiche, che permettono di misurare quanto pesano i costi per l’approvvigionamento energetico sulle performance di produzione. Ecco alcuni esempi:

  • Consumo energetico totale dell’azienda per anno
  • Consumo energetico per unità di produzione
  • Consumo energetico per m²
  • Costo dell’energia per unità di produzione
  • Costo dell’energia per m²
  • Emissioni di CO2 per unità di produzione

Per le imprese, il miglioramento degli asset energetici rappresenta un obiettivo fondamentale in termini di sostenibilità di un business. Riuscire a individuare nella filiera produttiva quelle parti ottimizzabili consente, infatti, un impiego delle risorse più efficiente e un ritorno di investimento in tempi brevi, grazie a macchinari e impianti interconnessi e automatizzati. Reti e software di monitoraggio continuo, anche da remoto, sono dunque essenziali per riuscire a rilevare i dati necessari e per pianificare le strategie adeguate.

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